Calo della produzione del tabacco a Cuba
Il 10 Ottobre scorso, è iniziata ufficialmente la semina e la coltura delle piantagioni di tabacco cubano. Gli occhi di tutto il mondo, ovviamente, sono rivolti a nord ovest, verso la regione di Pinar del Rio. Non solo perché in questa zona di Cuba, si concentra il 65% dell’intera produzione di tabacco dell’isola. Ma soprattutto perché è qui che cresce, il miglior tabacco del mondo. Ricordiamo inoltre che il tabacco (ed i sigari), sono la seconda fonte di introiti, per il PIL dell’isola caraibica.
Previsioni riviste al ribasso
Nei mesi precedenti, Habanos aveva preannunciato che per la stagione 2021-22, sarebbero stati impiegati ben 16.373 ha (ettari) di terreno, per la coltivazione del tabacco. 570 ettari in più, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, a causa della carenza di fertilizzanti e altri strumenti atti alla semina e alla raccolta del tabacco cubano. Dovuti, sia alla situazione economica globale, che alle problematiche nel reperimento delle materie prime, a causa della pandemia Covid19. Questi dati sono stati rivisti al ribasso. Si sono rese necessari degli aggiustamenti di dati.
Dichiarazioni ufficiali
Ortelio Rodríguez Perugorría, vice delegato dell’Agricoltura del territorio, sottolinea che un gruppo significativo di aree è stato ridotto e che ora, la provincia aspira a raggiungere circa 13.921 ettari. Circa 2.450 ettari in meno rispetto alla stagione 2020-2021. “Era da molto tempo che non si vedeva, un così ridotto piano di impianto” conclude Perugorria. Evidenziando che nonostante questo, è stata data la priorità ai campi che storicamente, hanno fornito foglie di qualità più elevata e hanno registrato i raccolti migliori.

Il meteo incide nel tabacco cubano
Come in tutta l’agricoltura il meteo è l’incognita più imprevedibile. Secondo il funzionario, lo stato del raccolto finora è favorevole, grazie soprattutto alle condizioni meteorologiche. Ma i danni ai semenzai causati in agosto dalle piogge dell’uragano Ida e le limitazioni delle risorse hanno costretto a spostare a gennaio la semina di circa 3.000 ha, al di fuori della fase ottimale di impianto.
Ciò significa che circa il 20% del raccolto di tabacco di Pinar del Río sarà piantato al di fuori della finestra di coltivazione preferito, il che dovrebbe significare rese inferiori per quel tabacco.

Meno tabacco, meno sigari
Tutto questo arriva quando rivenditori e distributori di sigari cubani, stanno vivendo una fase storica molto nera. Se consideriamo l’intera filiera di produzione, è facile intuire che una riduzione del raccolto di tabacco, porterà la diminuzione delle produzioni di sigari per il prossimo anno. Questo si traduce in un aggravamento generale ed una conseguente ulteriore riduzione delle forniture di sigari. Lo sguardo ora quindi è rivolto al listino, con la speranza che Habanos non decida di alzare i prezzi per far fronte a questo calo delle produzioni.
Ricordiamo infine che l’intera isola di Cuba dipende da Pinar del Río, che fornisce circa due terzi del tabacco coltivato a. Cuba, è quindi probabile che i problemi delle colture, causeranno problemi futuri anche all’intera economia del paese. Noi, legati sia per lavoro ma sopratutto per passione, non possiamo far altro che augurare il meglio e sperare in un futuro più prospero per tutto e tutti.